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Gay & Bisex

Non c'è nulla di più divino del cazzo del cugino. - 1^parte


di LaPennaBollente
29.10.2023    |    19.420    |    19 9.6
""Già, l'ultima volta ero ancora piccolino e inesperto, poi è cresciuto anche lui come il tuo e ho imparato ad usarlo"..."
Alex, mio cugino, fu lui a iniziarmi al sesso, a farmi conoscere questo mondo, a farmi scoprire i primi porno e le reazioni fisiche che si avevano, a farmi innamorare del cazzo e in particolare del suo.
Quel giorno, con le sue mutande bianche piene di carne, quel giornaletto porno lasciato sul letto, quel farsi toccare per farmi scoprire come potesse diventare duro il pisello e quel farmi assaggiare la sua sborra per farmi capire che sapore potesse avere la passione (vedi racconto "la mia prima volta - mio cugino, la scoperta del sesso, ..."), scoprii finalmente me stesso e da quel giorno mi avventurai sempre più nel vortice della passione saltando di cazzo in cazzo.
Col suo però non ebbi più nulla a che fare, ci vedevamo regolarmente, ma quella sua maschera da etero e quel legame famigliare mi bloccavano sempre, e per non rovinare tutto, mi ero sempre trattenuto fingendo continuamente avventure con fighe che in realtà erano cannoli di carne dura ripieni di crema bianca.
Però, dieci anni dopo quella fugace toccata di cazzo, accadde ciò che non mi sarei mai aspettato.
Un nostro lontano parente si sposava e aveva invitato tutta la famiglia a festeggiare nel paese dei nostri nonni dove questo parente viveva, il paese dove c'era quella sperduta casa in cui avvenne il fattaccio quell'estate di dieci anni prima.
Ormai lì non ci abitava più nessuno, i nonni si erano trasferiti a vivere al nord e, per coincidenze di impegni lavorativi vari, accadde che solo io e mio cugino, dalla parte dei parenti lontani, andammo a questo matrimonio e scegliemmo come punto d'appoggio la vecchia casa dei nonni che ognuno raggiunse per conto suo, arrivando da città diverse e con esigenze di tempi diverse.
Quando lo rividi, restai come al solito colpito dal suo fascino, non era e non è il classico belloccio, è un tipo normale, ma ha un carisma e un modo di fare che affascina e che mi ha sempre fatto pensare "peccato che sia etero", perchè si, è sempre solito circondarsi di fighe diverse, di raccontare esperienze varie con 'ste gallerie vaginali e di fare battutine sui froci, come ironicamente o volgarmente li chiama lui.
Lui arrivò la mattina del matrimonio, si sarebbe poi fermato una sola notte e sarebbe ripartito la mattina seguente.
La cerimonia passò allegramente, ci ritrovammo col parentame vario, ci divertimmo tra balli e bicchieri di vino, e alla sera facemmo ritorno insieme a casa.
Eravamo entrambi un po' brilli e per smaltire la sbornia restammo fuori all'aria aperta camminando attorno alla casa e in quel terreno che ora veniva lavorato dai vicini confinanti.
Fu l'occasione per parlare del più e del meno, delle nostre vite, della nostra quotidianità, anche se comunque ci si frequentava spesso, e dei tanti ricordi che quella casa ci suscitava, avendoci passato insieme le estati della nostra adolescenza.
Camminando camminando, ci sedemmo poi su una balla di fieno, illuminati dalla luce della luna.
Il discorso cominciò a vertere sulla cerimonia appena conclusa e sulla quantità di figa che era presente al ristorante: "Fì, hai visto quella col vestito rosa che tette?!? e la cugina di Rocco, hai visto che troia che è diventata? L'amica di Sandro me la sarei sbattuta in bagno! Ma la cameriera riccia? quella è proprio una succhiacazzi!", insomma, il livello dei discorsi era questo e anche se io avevo fatto lo screening di tutti i maschi presenti, lo seguivo a ruota commentando tutte le ragazze della giornata.

"Peccato però non aver scopato nessuna, tutti sti chilometri e una giornata intera a ballare e bere, e nessuna che l'abbia data" disse lui, "me lo hanno fatto drizzare e ora devo svuotarmi da solo".
"ci vorrebbero quei giornaletti che ti portavi da ragazzo quando venivi in questa casa!" risposi io.
"Ah ah, ti ricordi? che bei tempi, solo seghe in continuazione senza rompimenti di balle"
"A parte io che ti avevo poi beccato"
"Già, ma almeno ti avevo fatto dare una svegliata e a cominciare a farti vedere un po' di figa, l'avevi poi studiato bene il giornaletto che ti avevo lasciato?"
"Certo! le mie prime seghe sono state su quelle pagine"
E insieme ci facemmo una risata, poi io aggiunsi "ora ci vorrebbe proprio uno di quei giornali e una bella sega liberatoria".
"Beh, ora ci sono i cellulari" mi rispose lui e tirò fuori il suo cellulare, aprì un sito porno, scelse a caso un video, etero ovviamente, e lo poggiò in mezzo a noi su quella balla di fieno.
Calò il silenzio, lui fissava quella figa trapanata, io in segreto fissavo il trapano.

Entrambi cominciammo ad accarezzarci la patta dei pantaloni, poi lui non ce la fece più e se lo tirò fuori.
"Ti dispiace?" mi disse, "in fondo me lo hai già visto fare"
"Vai tranquillo" dissi io.
"Beh, puoi tirarlo fuori anche tu, ti vergogni?"
"No no" e così anche io slacciai i pantaloni, me li tolsi completamente e mi risedei comodo a menarmi il cazzo.
"Beh complimenti, buon sangue non mente, porti anche tu alto l'onore di famiglia con le nostre dimensioni".
"Già, l'ultima volta ero ancora piccolino e inesperto, poi è cresciuto anche lui come il tuo e ho imparato ad usarlo".
Lui rise e aggiunse "manco sapevi menarlo allora " e prese a sfottermi.
"Meno male che ci sei stato tu a insegnarmi" e fu in quell'istante che staccai la mano dal mio cazzo e la poggiai sul suo.
"Cazzo fai?!?" urlò lui!
"Fu così che mi insegnasti a fare le seghe, facendomi mettere la mano sul tuo cazzo" e prima che potesse toglierla, cominciai a muoverla su e giù cingendo tutto il diametro dell'asta ed esercitando una leggera pressione.
Iniziai un massaggio a quel suo cazzo, muovendomi lungo quel birillo umido, abbracciandolo con il calore della mano.
Lui, invece di incazzarsi e togliersi quella mano di troppo, reclinò la testa all'indietro con un gemito di piacere, si sdraiò sulla balla di fieno togliendosi anche la camicia che ancora aveva indosso e si lasciò fare quel massaggio/sega senza proferire alcuna parola se non dei respiri di piacere che diventavano sempre più intensi.

"Devo finirla?" gli chiesi io.
"Continua cazzo, mi piace, continua così se ti va"
Continuai perciò a segargli il cazzo su e giù, di fianco a lui, mentre vedevo quel bel corpo nudo steso accanto a me, gli occhi socchiusi, e la sua bocca che respirava a fatica preso sempre più da quel lavoro di mano.
Ormai era schiavo di quel piacere, si era abbandonato alla mia mano, io con l'altra cercai di togliermi gli ultimi vestiti che avevo ancora indosso, mi avvicinai alle sue orecchie e gli sussurrai: "Se vuoi posso fare anche molto di più e andare oltre".

Lui si risvegliò frastornato come dopo una lunga dormita: "Cosa?"
E senza dargli nemmeno il tempo di rendersene conto, mi alzai e mi inginocchiai in mezzo alle sue gambe, mollando quel cazzo dalla mia mano per riprenderlo nella mia bocca, avvicinai le labbra alla cappella ma lui si tirò subito indietro "Cazzo stai facendo?".
Lo zitti subito con un sccccccc, lo afferrai dal cazzo tirandolo a me e me lo portai subito alla bocca accogliendolo sulla mia lingua.
Anche in questo caso non oppose resistenza, dopo qualche secondo si lasciò andare, si sdraiò su quel letto di fieno, e partì quel pompino che avevo tanto sognato.

Ora il suo cazzo era finalmente nella mia bocca, ne stavo gustando il sapore e la consistenza, cominciai a leccarlo tutto, dalle palle fino alla cappella, lo ingoiai più che potevo facendolo sbattere contro la mia gola e lui era lì completamente abbandonato su quella balla di fieno che gemeva sempre di più.
Poi a un certo punto mi prese anche la testa e la spinse sempre di più contro il suo cazzo, segno che tutto questo gli stavo piacendo "Vai troia, continua così, cazzo ne sapevo ti piacesse succhiare, come sei bravo, meglio di una zoccola, vai prendilo tutto!"
A queste parole mi eccitai ancora di più e pompai maggiormente cercando di mettermelo dentro il più possibile.
Continuammo così per una decina di minuti, col suo cazzo che sbatteva continuamente contro la mia gola facendomi soffocare, e la mia lingua che nel riprendere respiro, leccava ogni centimetro di quella cappella bagnata.
Lui continuava a incitarmi tra un insulto e l'altro "Dai troia, succhialo tutto, puttana mi stai facendo godere".
Dopo una lunga succhiata, aprii la bocca e cominciai a segarlo puntando la cappella alla gola: "Ora voglio scoprire se il sapore della sborra è rimasto lo stesso" gli dissi con voce eccitata.
"Col cazzo troia, ora ti ingravido!" rispose lui.

Fu così che si alzò di scatto, mi alzò di peso e mi butto a pancia in giù su quella balla di fieno e in pochi secondi mi ritrovai con la sua bocca in mezzo alla chiappe...

Tutto questo fu il preambolo ad una nuova esplosione di piacere che ci portò a fonderci insieme in uno stretto rapporto di cuginanza, anzi, di scopacuginanza.

Ma questa è un'altra parte della storia che vi racconterò a breve ....





















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